2023

La dura verità: il futuro dell’acqua. 42Gradi – venerdì 28 luglio

Quella di ieri è stata una giornata profondamente difficoltosa sotto certi punti di vista, perché piena di riflessioni e meditazioni sull’emergenza ambientale che ognuno porterà con sé nella propria quotidianità.

In mattinata La Classe ha visitato gli stabilimenti produttivi di Andriani Spa, una delle aziende più importanti nel settore dell’innovation food, che produce pasta di alta qualità a base di materie prime prive di glutine. I ragazzi e le ragazze hanno avuto modo di vedere e toccare con mano l’impegno di Andriani per sensibilizzare tutta la filiera ai temi della sostenibilità e per migliorare costantemente i processi produttivi.

Abbiamo incontrato poi Bruno Arpaia, scrittore e traduttore, che con il suo QUALCOSA LÀ FUORI racconta di uno scenario futuro in cui in un’Europa prossima ventura, devastata dai mutamenti climatici, decine di migliaia di «migranti ambientali» sono in marcia per raggiungere la Scandinavia, diventata, insieme alle altre nazioni attorno al circolo polare artico, il territorio dal clima più mite e favorevole agli insediamenti umani. 

«Quando dicono che il mio sia un libro distopico, non sono d’accordo. È realismo. Forse anche un po’ ottimista», ha detto. «Per evocare ciò che descrivo in questo romanzo, non serve essere particolarmente fantasiosi, grandi romanzieri o altro, ma basta leggere report e notizie che oggi vengono da alcune parti del mondo».

È toccato poi a Mario Tozzi, geologo e padrino di 42Gradi, condurre una conversazione che ha messo insieme punti di vista molto diversi. «La vera ideologia è dietro chi nega il cambiamento climatico. Nel mondo della scienza, il consenso è univoco.

La parole è poi passata all’artista e scultore giapponese Yoshin Ogata, che ha fatto dell’acqua il soggetto principale delle sue opere, sparse in tutto il mondo:

«Quando ero bambino, a casa mia c’è stato un incendio molto grande, e mentre venivo portato in salvo, mi è rimasta impressa l’immagine delle persone che cercavano di spegnere il fuoco gettando secchiate d’acqua sulle fiamme. Lì mi sono reso conto del potere salvifico di questo elemento».

Francesca Portincasa, direttrice dell’Acquedotto Pugliese, ha espresso la necessità di un cambio di paradigma nella consapevolezza sull’acqua: «non è più qualcosa da usare, un mezzo. È un bene che va rispettato e considerato anche nella sua ampia relazione con tutto l’ecosistema. Non giriamoci intorno, l’acqua è finita». L’Acquedotto Pugliese si sta impegnando su più fronti verso un uso più responsabile di una risorsa molto limitata: non solo con miglioramenti strutturali e tecnologici, ma anche per lo sviluppo di una cultura sana dell’acqua. 

Appassionato è stato l’intervento di Michele Giuli, in rappresentanza di Ultima Generazione, associazione che con le sue proteste rivendica la necessità di un’azione comune e immediata. «Ci sono tanti livelli di ipocrisia quando parliamo della crisi climatica. Ma non ci deve assolutamente essere leggerezza nel parlarne. Migliaia di persone ne muoiono ogni giorno, e andando avanti aumenteranno sempre di più. Abbiamo il dovere morale di dover agire». 

Ha poi concluso: «Non c’è niente di più bello che scegliere consapevolmente di pensare che la propria vita sia più importanti di quella degli altri».

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *