quasi un vernissage: opera di Federica Soldani e presentazione di Michela La Porta
Una madre culla il suo bambino mentre scompare. Ef-fusioni: una provocazione silenziosa quella dell’artista Federica Claudia Soldani, sul porto di Bisceglie, tra i passanti attoniti e curiosi.
Un bambino di ghiaccio, apparentemente solido come il presente ma destinato a scomparire come il futuro, nell’indifferenza dei più. Un futuro di cui ci illudiamo di prenderci cura, ma ogni nostra carezza non fa altro che accelerare il processo di scioglimento del ghiaccio stesso, segno che, finché il gesto non sarà collettivo non sarà sufficientemente efficace.
Le altissime temperature estive di questi giorni riusciranno a sciogliere le certezze dei passanti sensibilizzandoli ad un rapporto più consapevole col pianeta davanti ad una mamma disperata?
“Non una materia e neanche un materiale compatto dalla resa solida, e rassicurante per la sua durevolezza, bensì un elemento che non assicura alcuna garanzia di durata. Scegliere di realizzare una scultura utilizzando un composto chimico come l’acqua significa, tra le altre cose, affidare l’opera alla volubilità dell’incertezza. Un’operazione che Federica Claudia Soldani fa coincidere con la delicatezza dell’infanzia, congelando figure di ghiaccio sotto forma di neonati: creature fragili concepite dall’artista come allegorie della ciclicità, di un eterno ritorno rinnovato dalla fluidità dell’impermanenza.
La stabilità viene trasfigurata in forza liquida, mentre la metamorfosi generata dalla fusione racchiude un’intrinseca verità, portatrice per sua natura di una mutevolezza che sovverte la certezza della materia dura, indistruttibile e forte, incapace di esporsi alla trasformazione del cambiamento.”
Michela Laporta