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GIORNO 2 – dai 65mila più ricchi della Terra con Telmo Pievani, alle storie degli ultimi e degli umili con Domenico Iannacone

Inizia con una visita alla sede di Bari di Bancaetica la seconda giornata di 42Gradi – idee sostenibili “QUANTO CI COSTA?”. Le ragazze e i ragazzi de La Classe hanno conosciuto di persona il team di lavoro di questa banca, e della fondazione ad essa associata, tra cui Teresa Masciopinto e Teresa Pertosa, che raccoglie il risparmio di organizzazioni e cittadini responsabili e lo utilizza interamente per finanziare progetti dall’impatto positivo per le persone e il pianeta.

A seguire, nel primo pomeriggio, l’avvio di MATERIA SONORA, il laboratorio guidato da Milena Berta e Alessandro Pedretti, che esplora e sperimenta come le proprietà della materia possono influenzare e arricchire un processo di creazione sonora.

Alle 19, alle Vecchie Segherie Mastrototaro, abbiamo ritrovato Telmo Pievani, filosofo della biologia. «Chi ha pagato fino ad adesso e chi pagherà le conseguenze dell’emergenza ambientale?», ha esordito, per poi presentare con dati precisi, studi e paper scientifici da riviste accreditate, una fotografia dell’evidente squilibrio tra i paesi ricchi, i maggiori produttori di emissioni e sfruttamento delle risorse, e i paesi più poveri che invece subiranno maggiormente le ricadute di tali comportamenti. «Basterebbe tassare i ceti più ricchi del pianeta dell’ 1,5% del loro patrimonio per avere la copertura totale a adeguata di un fondo di risarcimento per i Paesi colpiti dalle conseguenze dell’azione umana sulla Terra».

«Non vorrei che sentendo queste presentazioni sentiate di aver assolto al bisogno di fare qualcosa per l’emergenza che stiamo vivendo», ha poi chiuso Carlo Bruni, direttore di 42Gradi, «ciò che serve è l’azione vera e concreta».

In serata, sui 42 Scalini, abbiamo assistito allo splendido spettacolo di Domenico Iannacone, una raccolta delle storie più straordinarie che ha raccolto durante il suo lavoro, storie che ci passano a fianco senza che le riconosciamo, così piccole che bisogna andare a cercarle tra le tante cose che non valgono nulla. Domenico Iannacone ha trasformtoa le sue inchieste giornalistiche televisive in un viaggio intimo di riflessione e denuncia in cui il teatro diventa espressione civile in grado di ricucire la mappa dei bisogni collettivi, dei diritti disattesi, delle ingiustizie e delle verità nascoste.

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